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I social hanno rivoluzionato tutto il mondo della comunicazione. Il calcio è solo una sezione di questo grande mondo, ma il pubblico che segue il calcio è tra i più attivi e interattivi. Fare l’abbonamento per lo stadio o seguire la partita davanti al televisore circondati da birre ghiacciate non basta più. Il tifoso oggi è più che mai follower: della squadra, del giocatore preferito, del giocatore desiderato, del giornalista sportivo che ti dice quello che vuoi sentire e di quello che ti fa le pulci, e perchè no? Persino delle donne (spose, fidanzate e avventure) dei calciatori (Wanda Nara vi dice qualcosa?).

Di questo fenomeno si sono accorti da qualche tempo tutti i principali organi di informazione. Le notizie prima di tutto girano sui social, non solo come fruizione ma anche e soprattutto per creazione. Pensate al calciatore che si fa sfuggire la foto su Instagram con la sciarpa della squadra dove (forse) andrà a giocare, o la fidanzata che si trova casualmente in una città a cercare casa. O ancora le vicende sentimentali che influenzano la resa di gioco, o semplicemente la tendenza di crescita dei follower che diventerà sempre più importante (in un mondo “social”) per gli sponsor.

Ma anche le società hanno trovato nei social network uno strumento potente. Per ascoltare, rispondere, dare informazioni. Per ripristinare un contatto diretto con le persone, tutte le persone, un contatto molto più “vicino” di quanto non sia mai stato. In un’ottica di marketing del Club questa è stata una vera rivoluzione. La possibilità dei social di condividere e quindi di rilanciare i messaggi (anche promozionali) rendendo virale un contenuto sotto ogni profilo di interazione è il fondamento di questa rivoluzione.

Se uniamo quest’ultimo argomento con il primo ci rendiamo conto di quanto sia importante per le società monitorare cosa succede sui social. Perchè il Bar Sport di Benni si è spostato (con tutte le sue contraddizioni, i suoi estremismi e i suoi personaggi assurdi) in rete ed è diventato globale. Questo significa che agli utenti non sfugge nulla, che le notizie di cui parlavamo prima vanno a una velocità tale da non lasciare spazio a risposte, tantomeno a smentite. Significa che i referenti ufficiali non sono più solo i giornali (la mitica Gazzetta è solo uno dei canali), a volte un blogger è più ascoltato, più attendibile, più attraente o semplicemente più sul pezzo.

Le squadre italiane di serie A hanno colto lo spirito del momento? Milan e Juventus sicuramente. Con milioni di fan/follower su Facebook, Twitter e Instagram si assestano al livello delle grandi squadre europee. Le altre meno, vuoi per impegno, vuoi per preparazione, per lo meno sull’aspetto dei numeri. Ma il discorso è comunque più complesso, perchè, ad esempio, abbiamo squadre come Genoa e Sampdoria che hanno centinaia di migliaia di follower fedelissimi che fanaticamente seguono le loro squadre con lo stesso entusiasmo su tutte e tre le piattaforme (guardando i dati di solito il numero di fan di Facebook è sempre di gran lunga più grande di quello dei follower di Twitter e Instagram, per una questione di diffusione della piattaforma, ma non nel loro caso).

Partendo da queste premesse Noisefeed nasce per essere la prima piattaforma che nel mondo del calcio faccia il social context monitoring. Ovvero una globale e puntuale disanima degli account social rilevanti nel calcio, con un database che conta centinaia di migliaia di calciatori, società, allenatori, giornalisti e giornali, opinionisti e SWAG. Noisefeed realizza il tutto con un’attività redazionale che filtra e scopre le notizie più rilevanti segnalandole e personalizzandole per l’utente.
Noisefeed è il modo più veloce di per capire il panorama social del calcio, secondo dopo secondo.