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La nazionale turca sotto accusa dopo le gare di qualificazione a Euro 2020 con Francia ed Albania per il sostegno all’offensiva di Erdogan. 

La Uefa ha deciso di prendere provvedimenti per la tanto discussa esultanza dei giocatori turchi che hanno festeggiato il pareggio nella sfida contro la Francia con il saluto militare; verrà infatti aperta un’indagine con l’accusa di “comportamento politico potenzialmente provocatorio”.  Era successa una cosa analoga pochi giorni prima dopo il goal decisivo contro l’Albania ma la continua solidarietà da parte del team all’esercito impegnato nel Nord della Siria ha suscitato l’indignazione dei media e del web e ha spinto la Uefa ad intervenire. L’allenatore dell’Albania Edy Reja ha commentato: “Dopo la partita con la Turchia abbiamo visto la squadra schierata col saluto militare: ci siamo un po’ meravigliati, sono gesti che vanno censurati e invece addirittura loro l’hanno rifatto con la Francia”.

Molti giocatori turchi hanno usato i social media per esprimere il proprio parere ed il proprio attaccamento alla loro terra; il caso più eclatante riguarda il post pubblicato da Sahin, giocatore del St Pauli: il club tedesco ha deciso di liberare il calciatore per “il disprezzo verso i valori alla base della nostra società, tra tutti il rifiuto di qualsiasi tipo di guerra”. 

Anche Demiral, Calhanoglu e Under, rispettivamente giocatori della juventus, Milan e Roma sono finiti nella bufera per i tweet a sostegno dell’offensiva turca contro i curdi. Il difensore turco della Juventus e l’attaccante della Roma hanno postato dei tweet a favore dell’invasione della Siria mentre il centrocampista rossonero aveva creato una storia di sostegno attivo, attraverso il suo account ufficiale di Instagram.

Le mosse social dei tre campioni hanno avuto un impatto mediatico molto forte, e molti giornalisti e opinionisti hanno voluto dire la loro sulla vicenda: se si cerca sulla bacheca delle notizie Noisefeed si può notare infatti come molte testate giornaliste e pagine web calcistiche abbiano voluto parlare dell’accaduto.

Anche molti tifosi, vedendo i propri beniamini prendere una così forte posizione politica, si sono sentiti in dovere di dire la loro attraverso i propri canali di comunicazione: a molte persone infatti ha dato fastidio vedere accostato alla propria maglia un argomento così distante dal mondo del calcio e non sono riusciti a comprendere il senso delle azioni dei loro giocatori.

A difesa dei giocatori turchi è intervenuto però Mehmet Muharrem Kasapoğlu’Ndan, ministro della Gioventù e dello Sport turco che ha dichiarato: “Il doppiopesismo dell’Occidente deve finire. Tutti sanno che quello è un gesto di pace. Non rinunceremo alla pace, fratellanza ed amicizia”.

A noi non spetta il compito di trovare un senso o un’opinione definitiva della vicenda ma una cosa è certa: i social network si sono presi di nuovo la scena e come ormai accade sempre di più, hanno permesso ai giocatori di esprimere un proprio pensiero, pilotato o meno, su una cosa molto delicata a cui tengono fortemente. Si sa, l’influenza dei grandi campioni può essere molto efficace ed è proprio per questo motivo che andrebbero controllati e gestiti in modo migliore.